Torralba
In epoca medievale il villaggio di «Turalba» si sviluppò attorno alla chiesa di Santa Maria, che sorgeva davanti all’attuale parrocchia dedicata a San Pietro. Durante le dominazioni catalano aragonese e spagnola costituì il feudo di Valdecanzana assieme ai centri di Bonnanaro e Borutta.
La «villa» partecipò attivamente ai moti antifeudali sottoscrivendo i ben noti «Atti di concordia e di unione» del 1796, ratificati dal sindaco Carlo Pais, da tutti i «consellers» di Torralba e dal sacerdote Francesco Sanna Corda, figura di spicco del triennio rivoluzionario sardo ed autentico eroe negli anni della repressione regia contro gli angioyani. Altre figure torralbesi coinvolte nei moti di fine Settecento furono Giovanni Antonio Sanna Corda (fratello del teologo) ed il nipote, che parteciparono alla marcia dell’Angioy.
Incantevole e aggraziato paese del Meilogu, oggi offre un centro storico ricco di antiche abitazioni spesso ornate di elaborati architravi in pietra calcarea ed eleganti costruzioni, come la fonte storica con annesso lavatoio.
Il territorio
Popolato intensamente sin dal neolitico, il territorio è famoso per le molte emergenze archeologiche di età nuragica. Alcuni affioramenti rocciosi vennero sfruttati in epoca medievale per estrarre il materiale da costruzione della vicina abbazia di Sorres. I suoi fiumi, le sue fonti e le fertili vallate vennero immortalate dal giurista sassarese Francisco de Vico nella celebre opera “Historia general de la Isla y Reyno de Sardeña” pubblicata a Barcellona nel 1639.
Chiesa dello Spirito Santo
È una chiesa seicentesca ad unica navata, fiancheggiata da robusti contrafforti.
Negli ampi spazi attorno all’edificio si acquartierarono la notte tra il 5 ed il 6 ottobre 1800 circa 302 soldati che costituivano 5 diverse colonne di dragoni e miliziani, oltre ad un elevato numero di fuoriusciti e banditi “salvacondottati” (aggregatisi alle truppe regolari col miraggio di amnistie e sostanziosi bottini) provenienti da vari centri dell’Isola, tutti coordinati dall’efferato cavalier Grondona.
Dallo Spirito Santo venne sferrato il violento attacco al vicino centro di Thiesi, una delle «ville» dove furono più animate le sommosse antibaronali.
Via Sanna Corda
La strada commemora la figura di Francesco Sanna Corda, nativo di Torralba e parroco del paese, che fu sempre a fianco dei contadini nelle loro proteste contro i soprusi feudali.
Teologo ed abile oratore, venne nominato “delegato del feudo di Torralba” e, recatosi a Cagliari, perorò la causa contro lo strapotere feudale, ottenendo ampi consensi. Durante il governo dell’Angioy a Sassari fu sempre vicino all’Alternos, divenendo cappellano delle milizie cittadine rivoluzionarie e fu tra coloro che accompagnarono l’Angioy nella sua marcia verso Cagliari.
Inquisito dal tribunale ecclesiastico si rifugiò segretamente in Corsica nel 1797, dove divenne cappellano della madre di Napoleone Bonaparte. Risoluto nell’organizzare un intervento armato raggiunse Parigi ed entrò nuovamente in contatto con l’Angioy, esule in terra francese. Attorno al 1802 prese contatti con altri fuoriusciti per tentare un attacco volto ad instaurare in Sardegna una repubblica federata alla Francia, che vedeva abolita l’odiata casta feudale. Ma il tradimento di alcuni compagni rese impossibile il progetto: nel 1802 il sacerdote morì con le armi in pugno ai piedi della torre di Longonsardo, crivellato dai colpi di 75 carabine delle truppe regie.
Casa natale di Sebastiano Pola
Di umili origini, Sebastiano Pola (1882-1959) venne avviato da ragazzo alla carriera ecclesiastica.
Divenuto sacerdote, desideroso di approfondire la sua preparazione culturale e di acquisire un’adeguata metodologia scientifica di ricerca storica, si trasferì a Roma, dove si laureò nel 1916.
La sua attività di studioso si incentrò fin da subito sul periodo rivoluzionario sardo di fine Settecento, argomento al quale dedicò importanti contributi, tra i quali il celebre volume “I moti delle campagne di Sardegna dal 1793 al 1802”, pubblicato nel 1923.
Allontanato dal fascismo divenne nel dopoguerra docente di Storia del Risorgimento presso le università di Cagliari e Genova.
Chiesa di Nostra Signora di Cabuabbas
La chiesa sorge su un’emergenza non lontana dalla principale arteria viaria sarda, che in quel punto ricalca il tratto dell’antico percorso romano a Caralibus Turrem. Non si hanno notizie certe su questo edificio, forse da identificare in un possedimento cassinese documentato dal XII sec. Subì alcuni rimaneggiamenti nel 1200, riconoscibili negli archi scolpiti nei fianchi e nella facciata, che presenta un’originale ed enigmatica scultura antropomorfa.
Secondo alcune fonti, sino a metà Seicento vivevano presso la chiesa diverse famiglie che, stanche delle continue angherie dei malviventi, si trasferirono presso il vicino abitato di Torralba.
Fonti
– R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, Nuoro, 1993
– V. Del Piano, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna. Saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Cagliari, 1996
– G. Deriu, L’insediamento umano medievale nella curatoria di “Costa de Addes”, Sassari, 2000
– S. Pola, I moti delle campagne di Sardegna dal 1793 al 1802 (a cura di L. Carta), Nuoro, 2009
Credits
A. Nasone, G. Ruggiu, S.A.Tedde