Cheremule

Cheremule

Nel cuore del Marchesato

Il nucleo urbano e la parrocchiale

I primi insediamenti abitativi del villaggio sono stati identificati più a nord dell’attuale abitato dove nella regione Fraos vennero rinvenute le vestigia dell’antica parrocchiale dedicata a Santa Vittoria. Secondo una leggenda la fondazione del centro urbano si deve ad un gruppo di pastori che si trasferì dalla valle di Nurighes verso l’attuale sito dove sorse l’abitato, luogo sicuramente più salubre. A partire dal XV secolo il paese entra a far parte del Marchesato di Monte Maggiore; l’abitato si sviluppa attorno alla chiesa cinquecentesca di San Gabriele, fatta edificare dai locali feudatari, i famigerati Manca di Mores. Conserva al suo interno pregevoli altari lignei barocchi incastonati nelle eleganti architetture tardogotiche.

Il suo territorio, in gran parte di origine vulcanica, si caratterizza per la presenza del rilievo di monte Cuccuruddu, che presenta i resti dell’attività estrattiva della “cheremulite”, materiale di pregio usato in edilizia.

Rigogliose foreste di querce e lecci e numerose e copiose sorgenti (molte delle quali citate già in documenti ottocenteschi) coronano la zona.

Chiesa parrocchiale San Gabriele - Cheremule
Chiesa parrocchiale San Gabriele - Cheremule
fatto storico

Fermenti rivoluzionari

Il paese, facente parte del marchesato di Monte Maggiore, partecipò attivamente ai moti antifeudali: nello «Strumento d’unione» del marzo 1796 sono presenti le firme del sindaco Juan Sanna Fancellu, dei sacerdoti Salvador Branca e Salvador Paddeu e di 15 consellers del consiglio comunitativo.

Inoltre un notevole contingente di cheremulesi raggiunse, al grido di «viva il re e fora li feudatari!», l’Angioy a Thiesi, in attesa di proseguire nella marcia verso Cagliari.

Tra loro si ricordano Giovanni Agostino Bagella e Giovanni Sanna Fancellu.

luogo

Casa di Brancaleone Cugusi

Ai primi del Novecento si trasferì da Romana a Cheremule il medico condotto Leonardo Cugusi assieme alla famiglia. Nella casa, visibile all’ingresso del paese, trascorse la sua infanzia Brancaleone, futuro rinomato artista, che nel borgo frequentò le scuole elementari e realizzò i primi disegni. Vivace ed indisciplinato, si perfezionò negli studi, tornando varie volte a Cheremule: nel 1936 realizzò, nel piccolo centro del Meilogu, diverse tele aventi come soggetti abitanti del luogo ritratti nelle occupazioni quotidiane.

Morì a Milano nel 1941, pochi giorni prima dell’inaugurazione della Biennale alla quale aveva partecipato proponendo varie opere.

Casa natale di Brancaleone Cugusi - Cheremule
Casa natale di Brancaleone Cugusi - Cheremule
luogo

Parco dei petroglifi

Nel 2009 il comune di Cheremule diede avvio al progetto “Parco dei petroglifi”, che interessa le aree di Museddu, Tennero e Mattarigotza.

Nella zona si localizzano 37 domus de janas risalenti al Neolitico recente. Particolarmente importante è la tomba Branca che presenta alcune figure umane stilizzate, incise nella roccia (petroglifi).

Durante la dominazione romana le domus vennero usate per altre funzioni (attività di estrazione e cava, vinificazione) e in età bizantina il sito divenne nuovamente area cimiteriale (tomba della cava).

Photogallery

Fonti
Archivio di Stato di Sassari, Atti Notarili, copie, Sassari ville, 1796, vol. 1
V. Del Piano, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna, Cagliari 1996
M. P. Derudas, Parco dei petroglifi. Uomo e paesaggio nella valle di Cheremule, Cagliari 2013
S. A. Tedde, Pabilos, la comunità di Bessude alla riscoperta della memoria, Thiesi 2011
S. Cuccureddu, Cheremule, Sassari 2012

Credits
A. Nasone, G. Ruggiu, S. A. Tedde

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